Progettare la semplicità trasferendo energia dove ha senso
- Concentrarsi sulla semplificazione degli asset organizzativi e tecnologici
- Trasferire l’energia dai processi complicati alle tecnologie
- Solo così si gestiscono i “momenti” di valore indipendentemente dal fluire dei minuti
Se in una azienda le decisioni comportano tempi di latenza decisionale lenti, quindi alzando il rischio per l’impresa stessa di non essere reattiva sui mercati, non è un problema di tecnologie, ma un problema che ha a che fare con un modello manageriale ancora ancorato al principio della “meccanografia”, ovvero l’informatica adottata come mera automazione dei processi operativi (contabilità, magazzino, gestione del personale, etc.) e non come tecnologia di relazione e di comunicazione, la cui velocità operativa è sicuramente inaffrontabile dal uomo (per come pare sia stato “progettato”).
Se vogliamo ridurre la complessità (o meglio saper convivere con essa), dobbiamo prima di tutto ridurre e se possibile eliminare la complicazione con la quale abbiamo progettato gli artefatti, le aziende, le burocrazie. Ridurre la complicazione significa (e qui sta il difficoltoso) ridisegnare il software che gira nella nostra mente, ridurre la stupidità (peraltro pericolosa se esercitata da che ha il comando), lasciando alla tecnologia la gestione della velocità inevitabile dentro i sistemi complessi, per interagire allora con artefatti, aziende e burocrazie più semplici, per disporre di tempi e spazi di riflessione ed elaborazione di idee.
Trasferire l’energia (entropia) dai processi complicati alle tecnologie: aiuta la semplificazione.
Fonte: Smart Management – Gianni Previdi – Edizioni Scuola di Palo Alto – 2018