Il Valore dell’informazione
«Le informazioni mediano tra il materiale e l’astratto, tra il reale e l’ideale»
Von Baeyer
In principio c’era solo la materia, percepita e misurata in termini di massa, ingombro, pesantezza. Poi con l’Età moderna si è aggiunta l’invisibile forza dell’energia nelle sue diverse manifestazioni fisiche. Oggi abbiamo l’informazione: oggi la materia è sempre massa, c’è sempre l’energia, ma c’è sempre più informazione.
Ma cosa è l’informazione?
A partire dal XIX secolo l’energia è stata definita e misurata prima dalla fisica poi dalle altre discipline. In realtà noi non sappiamo cosa è l’energia, siamo solo in grado di comprenderla, misurarla, prevederne i fenomeni a essa legati, e sappiamo, in funzione del campo applicativo coinvolto, misurarla, assegnarle un valore di mercato, tassarla (Von Baeyer).
Sicuramente sappiamo ancor meno definire cosa sia l’informazione, data la sua intangibilità e soggettività.
L’informazione è movimento, è attività, è azione. Quando si dice informare una persona, in sostanza si parla di una azione volta a formare l’altro, a modificare la sua mente, o meglio a influenzare i concetti della mente dell’altro. Informare è allora modificare qualcosa nella mente dell’altro, è comunicare una forma, rendere attuale una differenza: si ha un qualche trasferimento di conoscenza da una mente all’altra. Da qui l’alone di intangibilità, impalpabilità e soggettività che circonda l’informazione.
Certo, qualcuno direbbe che l’informazione può essere memorizzata fuori dalle menti, immagazzinata nelle memorie dei computer: ma, come detto sopra, una informazione perché non perda le sue proprietà (forma, struttura, relazione e azione) prima o poi dovrà uscire dalle memorie elettroniche per essere rimessa in circolazione tra le menti, e ciò dovrà avvenire comunque il più presto possibile.
Allora, giunti questo punto, possiamo dare una definizione di informazione dicendo che è un flusso comunicato di segni, di relazioni entro una struttura in grado di attualizzare una forma che comporta una azione in chi riceve tale flusso.
A differenza dalle macchine che pongono la loro “aspettativa di vita” nell’intelligenza “cablata” e data a priori nei lori circuiti o nei propri organi meccanici, una struttura complessa (organismi viventi) necessità che la circolazione di informazioni non si arresti mai, che i canali comunicativi siano sempre aperti, pena l’implosione e l’agonia comportamentale.
Gianni Previdi
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Categoria/Tag: Informazione, business intelligence