2020: il decennio dei robot

Le fasi finali di transito verso l’adozione tecnologica diffusa delle innovazioni sono di norma quelle più complesse e difficoltose, ci insegnano gli storici dell’economia. Possiamo pensare di aver fatto la gran parte del lavoro e il grosso, ma è sempre l’ultimo miglio – per così dire – quello più arduo da conquistare. Per gli impatti regolatori nazionali e internazionali, per le richieste di garanzia economico-sociale e di sicurezza tecnologica, per la necessità di domesticazione umana e sociale al nuovo. Intanto il trend sta continuando e si rinforza. Per fare solo tre casi: Google insieme a X, la sua Moonshot Factory, ha rilanciato a novembre il progetto di un suo “everyday robot”, mentre Alibaba sta spingendo sulla robotica logistica con – solo a novembre – 3.3 billion investiti nella società Cainaio. E insieme scienza e ricerca stanno lavorando per il superamento dei limiti attuali del deep learning comeYoshua Bengio, recente Turing Award insieme a LeCun e Hinton, ha spiegato a NeurIPS19, la conferenza mondiale su AI, machine learning e neuroscienze. Dobbiamo però, al di là di date o previsioni e degli aggiustamenti inevitabili nell’adozione, prendere consapevolezza di un elemento chiave.

Nella sicurezza informatica, nelle logistiche industriali, nella scoperta scientifica, nelle architetture nuvolo-native, nella robotica sociale e di servizio, nella contrattazione smart su blockchain. Non è solo un tema di macchine come ho cercato di mostrare nel mio ultimo saggio “Il mondo ex machina”. È una questione più ampia ed è quella di un’automazione che si applica e si incarna in macchine, piattaforme e architetture producendo nuovi automatismi economici e sociali. E nelle varie, possibili e non ancora immaginabili combinazioni di questi.

Siamo pronti a reagire all’invasione delle macchine?

La domanda richiama un clima neoluddista che mi sembra spesso emergere tra titoli di giornali, convegni sulla robotica, serie televisive e opere cinematografiche di successo. Tuttavia, l’action movie da invasione robotica non credo sia l’orizzonte speculativo potenzialmente più fecondo e propositivo per guardare all’evoluzione in corso. L’automazione è un fenomeno complesso e articolato quando incrocia l’ominazione e l’evoluzione delle civiltà umane. L’automazione contemporanea sta emergendo all’incrocio di tre stratificazioni ingegneristiche: è meccanica, è algoritmica, è protocologica. O – con altra e parallela qualificazione – è macchinale, è computazionale, è istituzionale. L’ho anche connotata, con un’espressione sintetica e semplice, come l’automazione delle 3 M ovvero: mani, menti e mercati. Insieme queste tre dimensioni sono a fondamento e a movimento dell’emergente economia della macchina. Attraverso l’attivazione dell’operatività fisica degli automi, della capacità cognitiva degli algoritmi, della dinamicità relazionale dei protocolli, l’economia della macchina si sta avviando a creare nuove automabilità.


Estratto da una intervista al filosofo digitale Cosimo Accoto su www.economyup

Immagine copertina: www.tecnelab.it  

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