Le pratiche unfair dei produttori di software – follow up del webinar del 18 gennaio

A distanza di sue settimane dall’interessante webminar del 18 gennaio scorso con Gabriele Faggioli e Anna di Italiano esce un bell’articolo su “agenda digitale” in cui i nostri relatori, in punta di diritto,  ritornano sul problema e lo esemplificano con esempi concreti:  https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/contratti-software-attenti-alle-prassi-che-gonfiano-i-costi-a-clienti-e-cittadini/

La lettura a cui vi invitiamo ci porta ad ulteriori considerazioni di cui la prima è la seguente:

Gli autori fanno la seguente affermazione:  “l’impresa dominante(produttore di software)  sfrutta il proprio potere di mercato nei confronti dei propri contraenti (fornitori e clienti), al fine di realizzare profitti sopra-competitivi” – aggiungerei che per esempio il valore delle manutenzioni sul software acquistato offre una “cassa” importante alle aziende dominanti che consente loro di acquisire aziende “potenzialmente” concorrenti e rendere il mercato sempre più monopolistico. Cosa che in realtà è successa. Non ci sfugge che il monte dei revenue da ”contratti di manutenzione” sia un importante  elemento di valutazione finanziaria sia del titolo sia nelle “due diligence” del valore dell’azienda in caso di acquisizione. Così come l’impedimento a terzi di fornire contratti di manutenzione alternativi (vedi il caso della azienda americana Rimini Street) mantiene questi costi fuori dal regime di concorrenza.   Nell’ambito dei prodotti hardware questa cosa è cambiata e si sono create aziende specializzate nella manutenzione di prodotti multimarca. Manutenzioni che allungano la vita utile dei prodotti, consentono ai decisori di spesa di avere alternative e in senso green, di abbassare la problematica RAE cioè evitare smaltimento di rifiuti elettronici ancora ben funzionanti.  Certo questo è possibile solo con l’affermazione di standard che dovrebbero essere richiesti sia dai grandi clienti sia favoriti da una regolamentazione specifica.  Su questo ed altri temi la discussione è aperta e altre considerazioni verranno portate nei prossimi contributi. Intanto ringraziamo Gabriele, Anna e il professor Carlo Scarpa del sasso buttato nello stagno. Speriamo in onde lunghe.

Enrico Parisini – Presidente ASSI

 

 

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