ICT Governance: allarme costi !  Ce ne dobbiamo occupare !?

L’inflazione, ma non solo, ha toccato anche i costi dei servizi ICT. 

Dopo anni in cui i contratti per le forniture di software e servizi sono stati gestibili, questo è il momento in cui arrivano domande di adeguamento piuttosto pressanti a cui si aggiungono fattori di cambiamento molto importanti e difficili da gestire.

Mentre per la contrattualizzazione con i partner abbiamo cultura e metodo per affrontarli, per quanto riguarda i costi dei servizi a subscription la cosa è nettamente più difficile.

Come ASSI già nel 2013 avevamo affrontato il tema del Cloud, preconizzato la crescita, individuato i diversi motivi della ineludibilità di questa tendenza, non ci eravamo preoccupati dei costi.

 

Oggi vediamo che quanto previsto si sta realizzando anche se le cause che hanno generato l’impennata della domanda sono diverse e così sintetizzabili:

  1. La domanda delle funzioni aziendali che cercano nuove soluzioni, nel contesto di una limitazione dei budget ICT , porta le line of business a cercarle direttamente sul mercato, e il mercato è pronto.
  2. Il bisogno di più sicurezza informatica, in particolare l’impossibile gestione delle vulnerabilità.
  3. La pressione commerciale dei grandi Vendor con offerte in “subscription” che vanno a sostituire l’acquisto delle licenze d’uso e con esso, il loro controllo e il loro valore.
  4. La dinamicità tecnologica e funzionale dell’offerta che trova nel on-premise un ostacolo per la sua diffusione.

 

Da un altro punto di vista, quello dell’ICT assistiamo ad una sorta di “paradosso del cambiamento”  :  Le cause appena indicate portano alla necessità di aggiornamenti molto più frequenti che nel passato.

Il “business” mal sopporta tali necessità in particolare quando non sono così visibili i vantaggi.  

La naturale inerzia delle organizzazioni contrasta la necessità di questi cambiamenti.  

La difficoltà di eseguire aggiornamenti (upgrade, migrazioni) senza fermare il business, la minaccia alla produttività e alle competenze consolidate, sono importanti questioni che imprigionano le azioni del CIO. 

In sintesi: tutti vogliono cambiare, ma nessuno vuole accettarne i costi.

 

Nella situazione descritta una via d’uscita risulta essere l’impiego di soluzioni “pronte all’uso” senza investimenti iniziali, ma pagate con subscription apparentemente favorevoli, il cui contenuto economico-legale-patrimoniale non viene bene esplicitato, nel quale la posizione dominante è sempre dell’offerta, le dinamiche nel tempo per nulla visibili così come l’apparenza di vivere in un mercato competitivo.  Normalmente ci rimettono le “integrazioni” faticosamente raggiunte, i costi che finiscono fuori controllo, gli asset aziendali che perdono il valore delle licenze. Questo non significa che le soluzioni non siano valide, significa che occorre fare tanta attenzione e considerare bene i costi reali delle operazioni.

 

Tutto questo tema è trattato con grande, ma solitaria competenza dal gruppo P4I di Gabriele Faggioli che ci invita a fare un po’ di ragionamenti e soprattutto di modificare i nostri comportamenti di acquisto. 

Come sempre il mondo digitale trova sigle adatte a rappresentare le questioni, quella di questo caso è FINOPS:  credo che bisognerà occuparsene.

ASSI se ne occuperà prossimamente.

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