I licenziamenti delle big tech erano proprio necessari?
I licenziamenti delle big tech, il dubbio di una razionalizzazione pare essere accreditato da Forbes .
Nei giorni scorsi abbiamo visto come nella “data room” di Milena Gabanelli si facesse riferimento ai circa 200.000 licenziamenti delle big tech statunitensi nel 2022 senza, in apparenza, motivazioni valide.
Nel commento all’articolo avevo instillato il dubbio che fossero razionalizzazioni dovute agli incrementi di assunzione degli anni precedenti. Ora Forbes ci dice che Il Wall Street Journal ha sottolineato che tra il settembre 2019 e il settembre 2022 Microsoft ha aumentato il personale del 53%, Google/Alphabet del 57%, Meta del 94%, Amazon del 100%.
Tra le cinque big tech, l’unica a restare cauta è stata Apple, che si è fermata al 20%. Forse anche per questo l’azienda guidata da Tim Cook è l’unica a non avere tagliato in massa.
Occorre anche dire che Apple è l’unica a non avere una piattaforma di tipo “social”, che quindi non ha potuto sperimentare l’incremento di traffico dovuto alle nuove forme collaborative.
Certo è che queste aziende assumono e licenziano con grande libertà e in modalità poco rispettosa delle persone che collaborano con loro. E’ vero che pagano molto bene, ma c’è sempre un equilibrio da tenere.
Ho come l’impressione che i dipendenti rimasti non si fidino più tanto della loro azienda e questo, come noto, non è un buon viatico per la crescita.
Allego il link per chi vuole completare l’analisi.
https://forbes.it/2023/02/03/licenziamenti-big-tech-necessari/
Enrico Parisini (Presidente ASSI)